La vita dei Signori

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Thunder87
view post Posted on 7/7/2007, 17:32




IL SISTEMA FEUDALE:
E' un sistema in cui ognuno dispone di fatto delle risorse del territorio che occupa e obbedisce a colui dal quale lo ha ottenuto solo in virtù della fedeltà che gli ha giurato, e presenta livelli diversi.
Se il sovrano è alla mercè della lealtà dei grandi vassalli, lo stesso vale anche per questi: poichè si sono dovute innalzare roccaforti contrto i nemici, un po' dappertutto, e in ognuna di queste c'è un castellano che è un guerriero ed egli può vivere solo della terra che domina, i grandi vassalli hanno altri vassalli, i quali, se il feudo ha una seppur minima estensione, ne hanno altri a loro volta.
Cosa pensa un castellano? Bè, dal suo castello vede le terre circostanti, sue, e parte di quelle del vicino. Non può non sentirsene privato, e comunque ne vorrebbe altre. Allora pensa costantemente ad attaccare o a difendersi. Ha già dovuto porre un psdaggio sul sentiero che attraversa il suo bosco, oppure su un ponte. I suoi non permettono di passare a nessuno se non si sborsa denaro. Spesso, arriva a ad aggredire i viandanti e depredarli. Certo, egli deve al proprio signore appoggio militare, ma se il suo contributo è indispensabile, potrà avere in cambio un pesso di terra, un villaggio o un feudo. Un altra occasione può allontanarlo da casa: la vendetta.


I PICCOLI SIGNORI:
I signori di rango inferiore hanno origini molto diverse. L'elemento caratterizzante è che dispongono di buone armi, di cavalli da guerra, sanno servirsene e sanno comandare la truppa oltre ad occupare una roccaforte. Potevano discendere da antichissimi capi villaggio, di cui sembra si possono trovare tracce già all'epoca dei Galli. ALtri sono semplicemente vassalli di un signore più importante che, in cambio dei servizi che si aspetta per il fatto che gli hanno giurato fedeltà, ha consegnato loro il feudo, una porzione di terra compresa nel loro stesso feudo.
Molti vivono nell'ambito della cerchia immediatamente vicina al signore, mantenuti direttamente da lui.
il cavaliere si distingue più che per la cavalcatura per l'armamento pesante e completo che egli solo addotta: la lancia, la spada, a volte la mazza, per attaccare; e , per difendersi dai colpi, l'elmo, l'usbergo (una tunica in maglia di ferro) e lo scudo.

Il signore ha una propria dimora: ilcastello, o meglio la sua roccaforte; potrà conservarla solo a patto che riesca a diferderla. Non esistono ancora le palle da cannone, nè si useranno contro di lui apparecchiature belliche complesse. La roccaforte perciò presenta elementi semplicissimi. Si erge solitamente su un'altura, che può essere naturale o frutto del lavoro dell'uomo. Quel che è indispensabile è che si trovi su una falda d'acqua sotterranea, perchè non si può fare a meno di un pozzo. In cima gli si è posta una torre di legno, quadrata, di oltre dodici metri di lato, con all'interno dai due ai quatro piani, ai quali si accede tramite una scalinata.
In basso, scavato nel pendio, vi è un sotterraneo per conservare le provviste o nascondere oggetti preziosi e la cassa dei soldi. Solitamente è anche il luogo dove si apre il pozzo. Al piano terra c'è la cantina e al primo piano una stanza di soggiornoAl riparo dal tetto il piano superiore, spalancato all'esterno, è permanentemente occupato da una sentinella.
Ai piedi della torre si scava un fossato e a breve distanza corre una recizione di pali e terra battuta, anch'essa circondata da un fossato. In tale spazio sorgevano costruzioni di modeste dimenzioni con precise funzioni pratiche, quali il forno, e spesso la cucina.

La vita al castello: Nella sua unica stanza, che d'inverno non si poteva scaldare per timore di incendi e probabilemtne buia tutt ala notte per la stessa ragione, e comunque mai luminosa neppure di giorno, il modesto gentiluomo conduceva senz'altro una vita grama, e c'è da credere che vi restasse il meno possibile se non ve lo assediavano dentro.
D'altro canto, non vi stava mai solo, perchè con lui c'erano la moglie e i figlioletti piccoli ( perchè i più grandicelli venivano affidati molto presto a un altro signore elo servivano mentre questi li addestrava alle armi), i figli affidatigli da altri signori, i domestici e gli uomini d'armi. Vi si poteva aggiungere qualche ospite di passaggio, per esempio un giullare, che rallegrava la casa cantando qualche gesta.
Nel castello c'erano anche dei mobili. C'erano i letti, probabilmente abbastanza larghi per dormirci in parecchi (era un modo per combattere il freddo), attorniati da tende di lana o di pelli sospese a montanti e fissate in alto. Per i pasti vi erano lunghe assi poggiate su cavalletti che dopo l'uso venivano addossate alle pareti per ridurre l'ingombro. Le stoviglie potevano essere in terra, come quelle dei contadini, anche se probabilmente esistevano perfino scodelle in legno, mentre il vetro era di sicuro più raro. Molte dimore celavano comunque anche piatti, coppe e altri utensili d'argento o d'oro.
L'alimentazione è fondamentalmente la stessa per tutta l'aristocrazia feudale in genere. In larga misura si distingue da quella del popolo per la quantità di pane, l'abbondanza di carne e l'uso di bevande alcoliche. Cervi e cerbiatte, daini, cinghiali, di cui i boschi erano pieni, venivano serviti per interi quarti sulle tavole dei signori e, a volte, vi si aggiungeva anche l'orso; anche la selvaggina minuta, da pelo e da penna, dava il suo contributo. Probabilmente la carne veniva arrostita alla brace con l'aiuto di erbe aromatiche (timo, rosmarino, alloro). Venivano mangiati anche legumi, frutta, formaggi e pesce. I dolci erano a base di miele. Si mangiava con le mani, l'unico utensile era il coltello. La porzione prestabilita, tagliata da un addetto, veniva servita su una grossa fetta di pane.
Si beveva vino e birra.

LA VITA ALL'APERTO

I signori vivevano essenzialmnte all'aperto. COme la guaerra, che era la loro profesione, anche i loro divertiemtni si svolgevano all'esterno. Uno di
questi era la caccia.
Si cacciava a cavallo, rincorrendo cervi, ma anche cinghiali, orsi, lupi, e non sempre i cano erano i soli che si facessero sventrare. In queste cavalcate si riuniva molta gente (cavalieri, amici astellani, scudeiri, dame e amazzioni) e si suonavano le tormbe. LA caccia con il falcone invece era diversa. Il falcone viaggiava appollaiato sulla mano guantata, incappucciato, e il cavaliere procedeva al passo. SOlo una ovlta addocchiata la selvaggina, il falco veniva liberato e lanciato sulla preda.
Altro divertimento, sono i tornei.

I POTENTI
Avevano una vita molto mondana, che anche le loro donne e figlie condividevano. Oltre a palazzi in città, essi possedevano castelli fuori, in campagna. Non si trattava delle modeste torri in legno dei castellani inferiori, bensì dei "maschi" , torri in pietra che dominavano un ampio cortile, circondato da recinzioni e costruzioni: caserma, abitazioni di domestici ed artigiani, granai.
Un esempio di quello ch eci è rimasto di un maschio: una torretta quadrata, dovedove c'era l'ingresso. Sotto il primo piano, vi era terra. Per cui vi si poteva accedere solo tramite una scaletta facilemtne smontabile in caso di aggraessione. Lo spesso re dei muri era di due metri ala base e circa uno e mezzo in cima. Il primo piano serviva da ripostiglio. Al secondo vivevano il signore e i l suo seguito. C'erano caminetti e finestroni a tutto sesto.

L'abbilgiamento era molto ricco, spesso di seta, addirittura le bardature dei cavalli erano fatte di pelliccia.
 
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